giovedì 21 gennaio 2010

La solitudine dei numeri primi

Sono nata il 1 ottobre. 01.10.
Data simmetrica, che quest'anno sembrerà un'alquanto strana combinazione binaria 01.10.10, o così almeno mi ha detto lunedì mattina uno dei segretari che lavora all'ufficio del SiO senteret di Blindern.
Sono sempre stata attratta dalla simmetria nascosta dietro ai numeri della mia vita e sono convinta che il numero 1 influisca non poco sulle cose che mi accadono. Innanzitutto, una delle mie più care amiche è nata il 1 gennaio, un altro il 1 giugno e uno dei ragazzi della mia peggio gioventù il 1 luglio.
La prima volta che sono uscita la sera da sola era il 10 luglio (o forse il 1) e mia mamma mi disse che tutti gli avvenimenti importanti della mia vita sarebbero stati segnati da questo numero.
Il numero 1 è il numero primo per eccellenza. Se ne sta solo, lassù in alto a guardare tutti i numeri che stanno sotto di lui e che lui tutti compone.

"I numeri primi sono divisibili soltanto per 1 e per se stessi. Se ne stanno al loro posto nell'infinita serie dei numeri naturali, schiacciati come tutti fra due, ma un passo in là rispetto agli altri. Sono numeri sospettosi e solitari." O almeno, questo è quello che scrive Paolo Giordano.

In aula, guardo tutti da lontano. Studio la situazione e cerco di capire chi può essere sulla mia stessa lunghezza d'onda.

"Tra i numeri primi ce ne sono alcuni ancora più speciali. I matematici li chiamano primi gemelli: sono coppie di numeri primi che se ne stanno vicini, anzi quasi vicini, perché fra di loro vi è sempre un numero pari che gli impedisce di toccarsi per davvero. Numeri come l'11 e il 13, come il 17 e il 19, il 41 e il 43. Se si ha la pazienza di andare avanti a contare, si scopre che queste coppie via via si diradano. Ci si imbatte in numeri primi sempre più isolati, smarriti in quello spazio silenzioso e cadenzato fatto solo di cifre e si avverte il presentimento angosciante che le coppie incontrate fino a lì fossero un fatto accidentale, che il vero destino sia quello di rimanere soli. Poi, proprio quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatte in altri due gemelli, avvinghiati stretti l'uno all'altro. Tra i matematici è convinzione comune che per quanto si possa andare avanti, ve ne saranno sempre altri due, anche se nessuno può dire dove, finché non li si scopre."

E, speriamo.

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