domenica 30 maggio 2010

Got my mind set on you*

Promemoria di cose da fare dopo il 18 giugno:
  • preparare un portfolio graficamente accettabile da presentare agli studi a cui chiederò un lavoretto
  • riscrivere il mio curriculum
  • andare all'Opera
  • andare a correre
  • scrivere un articolo su Fehn
  • studiare diritto ed economia
  • finire Cime Tempestose
  • andare a Copenhagen e Bergen
  • trovare tema per la tesi

sabato 29 maggio 2010

Caramelle non ne voglio più


Ieri sera siamo usciti da scuola insieme. Chiedendoci a vicenda cosa avremmo fatto nel dopocena, mi ha lasciato il suo numero, dicendo che potevo scrivergli per incontrarci con Caroline e Emilie, che sarebbero venute a mangiare un risotto da me per festeggiare il compleanno di Caro.
Aha, too good to be true.
Infatti, dopo una bella cenetta in cui i nostri stomaci e fegati hanno avuto il loro bel daffare a dilatarsi per far posto ad (altro) cibo e vino, gli ho scritto per chiedergli dov'era.
E non ho ricevuto risposta.

estate

Estate:
  • i tuoni improvvisi di brevi temporali
  • le canzoni di Ligabue
  • portare giù l'immondizia dopo cena col sole che sta tramontando
  • il primo giorno in cui ci si mettono i pantaloni corti
  • la prima volta che si esce di casa senza calze
  • il segno dell'anello che non ci si toglie mai sul dito un pò abbronzato
  • non riuscire a finire un libro
  • finire un libro in un pomeriggio
  • guardare un film stesa (spalmata!) sul mio divano, colla luce del sole che filtra dalle tapparelle
  • le colazioni lunghe
  • i ventagli al legno di sandalo della mia nonna seduta in giardino con le scarpe chiare dalla punta aperta
  • sgranare i piselli (i bisi)

sabato 22 maggio 2010

i will tell you anything...*

Lavoro lavoro lavoro e il tempo passa.
Sono così nervosa che tra due minuti salto alla sua scrivania e glielo dico.

*Can't stand me now, Pete Doherty

giovedì 20 maggio 2010

you belong to me*

Colonna sonora del mio plasticare e ragionare schizzando di oggi.
Beati siti di musica in streaming...

See the market place
In old Algiers
Send me photographs
And souvenirs
Just remember
'Til your dream appears
You belong to me...
Fly the ocean
In a silver plane
See the jungle
When its wet with rains
Just remember
Till you're home again
Or until I come home to you
You belong to me...

*Bob Dylan, Good as I been to you, 1992
Carla Bruni, Comme si de rien n'était, 2008

mercoledì 19 maggio 2010

new slang

Sono in aula a lavorare al progetto. Sto sistemando un plastico vecchio di due mesi ormai a pezzi.
Reincollo i pezzi più o meno dov'erano prima.

Lui è vicino a me che si prepara un panino davanti al computer.
Vorrei passargli una cuffietta e fargli ascoltare la canzone che sto ascoltando.
Condividere gli Shins in silenzio.

Sarebbe un pezzo perfetto per chiudere una puntata di Grey's Anatomy.

venerdì 14 maggio 2010

how should i begin?

Stavo leggendo giusto ora il post del 3 maggio dal blog di Gabriele Romagnoli.
Ad un certo punto dice "Ne hai conosciuti troppi per fidarti ancora".

Per usare parole di T.S. Eliot nella canzone d'amore di J. Alfred Prufrock del 1917:
"For I have known them all already, known them all—
Have known the evenings, mornings, afternoons,
I have measured out my life with coffee spoons;
(...) And I have known the arms already, known them all—
Arms that are braceleted and white and bare
Arms that lie along a table, or wrap about a shawl.
(...) And how should I begin?"

Forse il mio problema è esattamente l'opposto: ne ho conosciuti troppo pochi per fidarmi ancora.

giovedì 13 maggio 2010

Bisogna pur passare il tempo



Sabato sera sono andata alla festa di compleanno di Florian, senza aspettative o speranze. Sapevo che il mio obiettivo mezzosangue era stato invitato a un'altra festa, di un suo amico più caro, quindi non avevo modo di credere che a un certo punto imprecisato nella breve notte oslese sarebbe arrivato.
E invece... verso l'una lui e gli altri party norwegians della mia classe sono comparsi, con le giacche aperte e le birre in mano, pronti a continuare la loro serata di festa.
Mi sono seduta vicino a lui e come al solito abbiamo parlato un pò, condiviso qualche sigaretta ma nulla di più.
Quando mi stavo mettendo la sciarpa per andare a casa, mi ha chiesto se stavo andando via. Gli ho risposto che potevamo fare la strada insieme. Peccato che in quel momento tutti abbiano avuto la nostra stessa geniale idea di abbandonare l'appartamento di Florian.

Come al solito, nulla di combinato.
Non gli ho detto nulla, proposto nulla per il giorno dopo: giorno di mal di testa e nervosismo e accanimento verso me stessa e la mia timidezza e rabbia verso tutte le persone che hanno osato interrompere ogni discorso tra me e lui.

La serata comunque è stata bella. Mentre ballavamo verso le 4 ha iniziato a spuntare dalla finestra la luce del sole (foto:) e durante la lunga camminata in salita verso casa alle sei avevo l'impressione che fosse mattina inoltrata.

Lunedì a scuola mi ha chiesto come era andata la dormita post festa. Abbiamo lavorato fianco a fianco, o meglio scrivania a scrivania, fino a sera tarda. E così ieri e martedì.
E abbiamo sdoganato l'uso della chat di fb: lunedì stavo rispondendo a una mail di Francesca e dalla sua postazione lui può vedere cosa sto combinando (cosa che, ahimè, a me non è data) e mi ha scritto in chat GO BACK TO WORK. Ieri, mentre ero ancora a casa, gli ho scritto io chiedendogli se era a scuola.
Ha risposto subito e poi mi ha mandato un altro messaggio di risposta dopo qualche ora.
Peccato che la sera a scuola dopocena quando gli ho offerto una sigaretta, lui l'abbia rifiutata.

Bene, mi metto a lavorare. Bisogna pur passare il tempo in attesa della prossima occasione (mancata).

*La canzone dei vecchi amanti, Franco Battiato, Fleurs 1999

mercoledì 12 maggio 2010

two more years

Sono passati due anni. Ieri ho festeggiato la mia singletudine che dura da 365 giorni x 2.
In totale fa più o meno 17520 ore.
Ore passate a piangere e dimagrire e guardare film nei primi tempi (è verità universalmente riconosciuta che lasciare fa male quanto essere lasciati), a fumare e sbevacchiare e andare al mare e leggere una valanga di libri nei mesi estivi successivi, a compiere gli anni a Parigi, a ricominciare l'università e ingrassare con l'arrivo dell'autunno e a festeggiare due Natali senza il pensiero di fare regali. Ore dedicate a conoscere i morosi nuovi delle mie amiche e a consolare chi invece veniva lasciato o lasciava. E ore a farmi ascoltare dai suddetti compagni e compagne nelle mie idee considerazioni e lamentazioni sul mondo e sulla gente.
Giorni di ricostruzione e demolizione.
E speriamo non ne passino altri due (;

sabato 8 maggio 2010