lunedì 8 febbraio 2010

i don't like mondays

Oggi non trovo pace.
Non riesco a stare tranquilla, forse perchè sono caduta per la seconda volta per strada e ho preso una gran paura, dato che mi sono resa conto che qualsiasi cosa mi accada qui, devo affrontarla da sola. O forse sono agitata perchè non mi arrivano idee per il progetto e mercoledì c'è la prima revisione e io devo ancora provare a fare un plastico.

Fatto sta, che ho le ansie. Odio dover parlare di fronte alla classe e mercoledì dovrò farlo. Ho paura di fare brutte figure, di dire cazzate, che le mie idee vengano reputate scemenze, ho paura di non aver capito bene il tema della consegna....


Comunque ho passato un bel fine settimana. Sabato sera siamo andati al Mono a Torshov a ballare fino alla chiusura del locale. Peccato che per iniziare a muovermi un pochino sulla pista io debba essere ben avanti con le birre, che qui valgono come oro. Ieri sera invece abbiamo cenato a casa di Chris noi soliti Erasmus ed è stato bello cucinare tutti insieme. Mentre tragliuzzavo le carote in piccoli pezzi ripensavo al mio appartamento veneziano e a tutti i polletti al curry che lì sono stati consumati, sia ai tempi di Zatti e Quirin, che ai tempi di Mattia e Nicola.

Adesso mentre lavoro mi ascolto il nuovo amico Pete Doherty, sperando sia in grado di infondermi un pizzico d'ottimismo. O almeno, di menefreghismo e di distanza rispetto al mio lavoro.
Meno sei coinvolta in una faccenda, meglio la affronti.


Da questa settimana, ogni lunedi con la classe ci troviamo alle 8.30 per guardare un film scelto da un mio compagno norvegese che credo si chiami Jon. La rassegna cinematografica si chiama Blue Monday. Stamattina abbiamo visto un film giapponese del 2007 di Naoko Ogigami, Megane, ovvero Glasses, da tradurre come Occhiali, Lenti. Qualcosa che aiuta a vedere, o che comunque filtra la visione delle cose attorno.
Una donna sui quaranta va a trascorrere le vacanze di primavera in una pensione sulla costa che non vede clienti da un paio d'anni, gestita da un uomo che vive con un cane nell'attesa "che il tempo passi". Lì creerà con lui e altri personaggi una pacifica comunità rendendosi conto che dalla solitudine si impara soltanto quanto sia fondamentale la condivisione nella vita di tutti i giorni.
E' introdotto il neologismico concetto di Twilighting, che non è la passione per Pattinson e i vampiri, bensì lo stato mentale che ti porta a ricordare il passato, a pensare a qualcuno, a perderti nei tuoi pensieri, o a non averne nessuno per la testa.


"I'm going down to the beach." "To twilight?" "Maybe..."

Nessun commento:

Posta un commento