mercoledì 24 febbraio 2010

Bohème

Ieri sera noi soliti Erasmus abbiamo festeggiato il compleanno di Riikka nella sua stanzetta al decimo piano delle residenze per studenti di Grunerløkka. Per non andar là man scorlando, come direbbe mia mamma, (per chi non sapesse il dialetto veneto, significa a mani vuote) dopo la lezione su come si costruiscono i tetti in terra norvegese dalla notte dei tempi, sono andata in centro a comprare una bottiglia di vino. Bisogna sapere che qui i supermercati possono vendere bevande alcoliche solo sotto i 4,7 gradi, ovvero birra e sidro, e che per acquistare vino o amari ci sono negozi specializzati, detti Vinmonopolet, che hanno la licenza di permettere alla gente di lasciarsi prendere dal calore dell'alcool.
Ho rischiato una sincope, per usare un termine amatissimo dal mio compare, appena ho visto le etichette dei prezzi: la bottiglia più economica costava 73,90 NOK, suppergiù 9,00 euro. E ovviamente l'ho acquistata, non potendomi permettere nulla di più raffinato, e devo dire che alla fine non era poi così male. Trattasi di un vino rosso prodotto nel Salento dal nome che tutto ti fa pensare tranne che al Salento, ovvero Bohème.


Arrivata alla festa, ho consegnato la bottiglia alla festeggiata augurandole Buon Compleanno e sono andata a sedermi sul suo futon insieme a Sara (la ragazza di Lisbona, che sembra una Winona Ryder in miniatura lievemente strabica). Già accomodati sulle poltrone c'erano Claire e Alex (i due irlandesi, che solo in classe ho modo di vedere sobri) ognuno con in mano la sua bottiglia di vino. Ed è stato lì che è arrivata l'illuminazione ed ho capito come funzionano le feste qui. Di solito, in serate come questa, ognuno si compra qualcosa da bere e se lo scola da solo pur stando in mezzo agli altri.
In sintesi, non si condivide nulla. A meno che tu non lo renda esplicito.
Quindi ho passato mezza serata a guardare la mia cara bottiglia dimenticata sul ripiano dalla cucina, pensando a quanto sarei stata ritenuta maleducata a chiedere a Riikka, a cui l'avevo regalata (secondo la concezione che c'è qui di "Ti invito alla mia festa, portaTI da bere") se potevamo aprirla. Qualche ora dopo, quando è arrivato Chris con la torta al cioccolato, sono andata in cucina, ho aperto la bottiglia e ho versato da bere per me, lui e Florian, in modo da garantirmi almeno un assaggio di Bohème salentina.
Non si smette mai d'imparare.
Odio dare consigli o lezioni, ma in questo caso credo possa essere utile, perciò:
LEZIONE #1: se venite invitati a una festa in terra scandinava e vi dicono Portate da bere, comprate quello che più vi piace perchè ve lo berrete da soli, e, mi raccomando, non consegnate nulla ai padroni di casa!
Considerazione finale: però, che amarezza.... non c'è nulla di più bello di condividere quello con si ha con i propri amici... In questo caso, Italia 1 - Norvegia 0!

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