sabato 20 marzo 2010

A Venezia, che sogna e si bagna sui suoi canali*

Partendo dal presupposto che io AMO Oslo, non ho comunque dimenticato la mia bella isola appoggiata sul mare, per citare il buon vecchio Guccini. E queste sono le cose che di lei più mi mancano:
  • le polpettine di Renato e i paninetti di Lele annaffiati da un bicchiere di rosso
  • camminare di mattina presto fino ai Giardini della Biennale e godersi il primo venticello della giornata
  • il primo bagno della stagione al Lido, nel grigiore del mare che si perde in un cielo ancora più grigio carico di nuvole
  • fare colazione nel giardino del mio vecchio appartamento con i miei coinquilini e la sera ritrovarsi lì a cena dopo una giornata passata -- a porconare -- al computer
  • il gelato al pistacchio mangiato alle Zattere guardando la Giudecca
  • la vista delle Erberie dalla Corte del Remer
  • le chiacchiere con le amiche al Nono Risorto
  • camminare dopo lezione fino a San Marco, per sedermi in mezzo ai giapponesi che fanno mille fotografie su un ponteggio per l'acqua alta, e fumare una sigaretta guardando San Giorgio
  • la brioche ai semi di papavero di Tonolo e le brioches alla crema chantilly di quella pasticceria vicina a Palazzo Badoer con le proprietarie che mi stanno simpatiche
  • andare a correre la sera d'estate fino alla statua del bambino con la rana a Punta della Dogana
  • la gita annuale alla Biennale solo per vedere il padiglione di Fehn
  • e il bacaro tour che ne consegue.

Per ora, questo.

*da Viaggi e Miraggi, Francesco De Gregori.

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