giovedì 13 maggio 2010

Bisogna pur passare il tempo



Sabato sera sono andata alla festa di compleanno di Florian, senza aspettative o speranze. Sapevo che il mio obiettivo mezzosangue era stato invitato a un'altra festa, di un suo amico più caro, quindi non avevo modo di credere che a un certo punto imprecisato nella breve notte oslese sarebbe arrivato.
E invece... verso l'una lui e gli altri party norwegians della mia classe sono comparsi, con le giacche aperte e le birre in mano, pronti a continuare la loro serata di festa.
Mi sono seduta vicino a lui e come al solito abbiamo parlato un pò, condiviso qualche sigaretta ma nulla di più.
Quando mi stavo mettendo la sciarpa per andare a casa, mi ha chiesto se stavo andando via. Gli ho risposto che potevamo fare la strada insieme. Peccato che in quel momento tutti abbiano avuto la nostra stessa geniale idea di abbandonare l'appartamento di Florian.

Come al solito, nulla di combinato.
Non gli ho detto nulla, proposto nulla per il giorno dopo: giorno di mal di testa e nervosismo e accanimento verso me stessa e la mia timidezza e rabbia verso tutte le persone che hanno osato interrompere ogni discorso tra me e lui.

La serata comunque è stata bella. Mentre ballavamo verso le 4 ha iniziato a spuntare dalla finestra la luce del sole (foto:) e durante la lunga camminata in salita verso casa alle sei avevo l'impressione che fosse mattina inoltrata.

Lunedì a scuola mi ha chiesto come era andata la dormita post festa. Abbiamo lavorato fianco a fianco, o meglio scrivania a scrivania, fino a sera tarda. E così ieri e martedì.
E abbiamo sdoganato l'uso della chat di fb: lunedì stavo rispondendo a una mail di Francesca e dalla sua postazione lui può vedere cosa sto combinando (cosa che, ahimè, a me non è data) e mi ha scritto in chat GO BACK TO WORK. Ieri, mentre ero ancora a casa, gli ho scritto io chiedendogli se era a scuola.
Ha risposto subito e poi mi ha mandato un altro messaggio di risposta dopo qualche ora.
Peccato che la sera a scuola dopocena quando gli ho offerto una sigaretta, lui l'abbia rifiutata.

Bene, mi metto a lavorare. Bisogna pur passare il tempo in attesa della prossima occasione (mancata).

*La canzone dei vecchi amanti, Franco Battiato, Fleurs 1999

Nessun commento:

Posta un commento